L’11 e il 12 aprile 2014 saranno date davvero
difficili da dimenticare, per i numerosi partecipanti al XXXI Congresso Nazionale
del C.N.I.S (Associazione per il Coordinamento Nazionale degli Insegnanti
Specializzati e la ricerca sulle situazioni di handicap), che si è svolto a
Roma, per la prima volta, presso l’Università Pontificia Salesiana, come ha
ricordato, nel suo saluto iniziale, il vicerettore prof. Paolo Mantovani.
Con il suo intervento, il prof. Mantovani, ha
invitato la platea a riflettere sul concetto di universitas, esprimendo grande fiducia in eventi come quelli
organizzati dal C.N.I.S. perché vedono la concreta possibilità di convergenza
tra discipline distinte, “con l’apporto di ciascuno”, proprio perché il dialogo
produce qualcosa di nuovo “che poi ricade sulla capacità di ciascuna disciplina
di approfondire le tematiche da un punto di vista specifico”.
Due giornate che hanno visto il saluto del
Ministro Giannini, portato dal senatore Giacchero, che si occupa di istruzione
al Senato, il quale ha parlato dell’importanza di portare i cittadini alla
politica, cercando di “trasformare in prassi consolidate quello che di meglio
viene prodotto dalla società”. Tutto questo si realizza in un’ottica di
condivisione e di partecipazione, perché camminando da soli si va sicuramente
più veloci, come ha sottolineato simpaticamente il senatore, ma solo camminando
insieme si va più lontano.
L’attenzione del mondo politico, nei confronti
del ruolo e dell’importanza dell’istruzione, è emersa anche dalla lettera
inviata alla prof.ssa Daniela Lucangeli, dal sottosegretario di Stato del
Ministero dell’Istruzione Roberto Reggi, che ha sottolineato l’importanza delle
varie professionalità presenti nel mondo della scuola, definite come un “terreno
fertile”, per contribuire al “successo formativo dei nostri ragazzi”.
“In questa ottica” – ha proseguito – la
formazione e l’aggiornamento del corpo docente sono la spina dorsale delle
attività che vanno messe in campo perché la scuola risponda in modo puntale
alle sollecitazioni che la modernizzazione impone”. La specializzazione del
corpo insegnante, definita come un’autentica “stella polare”, è indispensabile
perché vengano “assicurati gli stessi diritti a ciascun alunno”.
Due giornate, quelle del C.N.I.S, iniziate
anche con il saluto del Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale
del Lazio, Maria Maddalena Novelli, che ha portato l’esperienza della sua
regione, in tema di disabilità in ambito scolastico, sottolineando l’importanza
di linee guida da parte del Ministero della Sanità e del ruolo dei docenti
specializzati, perché “le differenze non si trasformino mai in disuguaglianza”.
Il consigliere dell’Ordine degli Psicologi del
Lazio, la dott.ssa Anna La Prova, ex-alunna dell’Università Pontificia
Salesiana, ha poi portato la sua esperienza all’assemblea, in quanto dal 1998
si occupa di scuola. Negli anni, come lei stessa ha evidenziato, ha visto aumentare
la fatica da parte degli insegnanti, perché “educare è diventato più difficile”,
proprio come dice il tema centrale del convegno. E questo perché “i bisogni
educativi sono sempre più sfaccettati” in quanto “tutti, nel ruolo di discenti,
abbiamo dei bisogni educativi personali, tutti abbiamo diritto a un’attenzione
personale”.
Eppure la difficoltà, continua la dott.ssa La
Prova, può essere vista come una sfida dagli insegnanti, “che sono disposti a
fare anche il doppio della fatica, nel momento in cui intravedono che sono
supportati”. Inoltre esistono delle realtà associative, preziose sul nostro
territorio, come quella del C.N.I.S., che si adoperano proprio in questo senso,
dando supporto ai docenti, “diffondendo le buone prassi” e rispondendo a
bisogni sempre più complessi. La sfida dell’inclusione, quindi, non è esclusiva
degli insegnanti di sostegno, ma è uno stimolo per tutti i docenti.
Due giornate che resteranno impresse nella
memoria, grazie al presidente del C.N.I.S. Nazionale prof.ssa Daniela
Lucangeli, autentico fulcro del convegno, sempre presente con estrema
competenza e simpatia in tutti i momenti operativi dell’incontro.
Un momento di incontro tra ricerca e didattica,
quello proposto all’Università Pontificia Salesiana, caratterizzato dalla
migliore delle organizzazioni possibili e dall’estrema attenzione per il
dettaglio. Tutto a cura della prof.ssa Caterina Cangià, che si è fatta
promotrice dell’evento da lei stessa definito quasi come uno spettacolo, “nel
senso che dietro a tutte le persone presenti ci sono centinaia di migliaia di
bambini e di ragazzi, gente che verrà formata”.
Due giornate che hanno lasciato il segno, per il
sottotitolo del tema conduttore, “Nuovi saperi per alunni dei nuovi tempi”, approfondito
nelle lezioni magistrali, protagoniste del primo giorno di convegno: la prima
di queste, tenuta dal prof. Della Sala, neuroscienziato e docente presso l’Università
di Edimburgo, ha avuto come argomento principale “L’illusione del cervello”.
Il prof. Della Sala ha parlato, attraverso
esempi pratici ed esaustivi, di neuroscienze nella scuola, attraverso la
metafora “del buono, del brutto e del cattivo”, intendendo così definire ciò
che di buono e di cattivo ci offrono le neuroscienze e soprattutto le “cose
tremende, cioè le ipersemplificazioni che noi prendiamo dalle neuroscienze e
cerchiamo di tradurre in attività pratiche”. Quest’ultimo argomento, è stato il
tema principale della lezione che ha visto grandissima partecipazione e
interesse da parte di tutta l’assemblea.
La seconda relazione, dal titolo “Promuovere
attraverso le tecniche espressive e le tecnologie digitali” è stata tenuta
dalla prof.ssa Caterina Cangià, docente presso l’Università Salesiana di Roma e
dirigente della casa editrice Multidea. Dalle sue parole, emerge l’importanza
delle tecniche espressive, dell’interazione personale, dell’attività manuale
con il coinvolgimento del corpo, da unire all’uso delle tecnologie digitali.
L’argomento viene “messo in scena” quasi come
uno spettacolo teatrale. E proprio di teatro si parlerà molto, in questa
riflessione sull’apprendimento delle lingue altre, perché esso rappresenta la
massima delle tecniche espressive, da sperimentare anche in situazioni di bambini
che mostrano difficoltà di apprendimento e che si trovano di fronte allo studio
della lingua altra.
“Immaginiamo già le sfide che si incontrano
nell’apprendere a leggere e scrivere nella propria lingua, difficoltà che si
amplificano quando si ha a che fare con una lingua che non conosciamo. Queste
difficoltà sono ancora sotto studio”. Una didattica dell’apprendimento delle
lingue fatta attraverso le tecniche espressive, è sempre basata sul fare e sull’agire”,
perché tutto questo dà molto spazio ai bisogni di ogni bambino.
“Nel
teatro – continua la prof.ssa Cangià – c’è tantissima lingua ed è una lingua
concreta, dove le battute non sono fatte di descrizione ma sono cose reali”. Il
teatro ci consente un’autentica immersione nella cultura altra, proprio come
accade a La Bottega d’Europa dal lontano 1983. In questo contesto, si studia,
si fa ricerca e ci si specializza, anche sul fronte di contesti educativi e
delle difficoltà di apprendimento.
E questo perché “Il teatro è arte, magia,
immersione, realizzazione di sé”. Rafforza l’autostima e cattura tutti. E’
occasione di festa e crescita continua. Fare teatro con bambini dislessici –
sottolinea la prof.ssa Cangià – “è una ricompensa infinita”. Infine, citando
Salomone, conclude chiedendo per tutti gli insegnanti “un cuore in ascolto”,
essenziale per chi si occupa di bambini con disturbi specifici di apprendimento.
Il terzo intervento, a cura del prof. Renzo
Vianello, docente presso l’Università di Padova e presidente onorario del
C.N.I.S., è stato dedicato ai “BES: potenziali di apprendimento negli allievi
con funzionamento intellettivo limite”. E’ stata una grande occasione di
riflessione sul ruolo dei test e dell’osservazione clinica, nella rilevazione
del QI e in relazione al concetto stesso di intelligenza, definito come un
processo “che sale e cresce a seconda delle esperienze che abbiamo”.
L’assemblea del direttivo C.N.I.S. e l’assemblea dei soci hanno concluso questa
prima giornata di lavori.
L’intervento di Raffaele Ciambrone, Dirigente
presso la Direzione generale per lo studente, l’integrazione, la partecipazione
e la comunicazione del Dipartimento per l’Istruzione del Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha inaugurato la giornata di
sabato 12 aprile, facendo il punto della
situazione sul cammino dell’inclusione nella scuola italiana, a partire dalla
tappa storica della legge 118.
I simposi e le sessioni parallele, sono stati
occasione, per ogni docente presente, di dialogo e confronto sul tema della
propria esperienza. Occasione di condivisione tra colleghi e di scambio di
informazioni. In questi contesti, si è parlato dell’esperienza dei centri
convenzionati con Polo Apprendimento, della situazione della prima infanzia e
contesto educativo, di etica e sport nei nuovi percorsi educativi. Le sessioni
parallele, hanno, inoltre, dato ampio risalto alle difficoltà in matematica.
La tavola rotonda, sul tema Prevenire per promuovere è stata
coordinata da Michele Pellerey, docente presso l’università Salesiana di Roma,
e ha visto, tra gli altri, la partecipazione di Zbigniew Formella, Direttore
dell’Istituto di Psicologia all’Università Salesiana di Roma. Tutto questo, è
stato vissuto in un clima di convivialità e partecipazione, con il coinvolgimento
attento di tutta l’assemblea dei partecipanti.
Infine, non possiamo non menzionare la lezione
magistrale della prof.ssa Lucangeli, “L’errore non è un sintomo”, e il Musical
sull’inclusione, “Hairspray” a La Bottega d’Europa. Sono stati i due momenti conclusivi di queste
giornate romane del congresso, e hanno anch’essi contribuito con forza a rendere
questa esperienza davvero indimenticabile.
L’intervento della prof.ssa Daniela Lucangeli, ha
avuto inizio dalla domanda “che cos’è l’errore?”, arrivando così a definire un
primo modello concettuale dell’errore stesso, quello di “colpa”, diffuso per
decenni nelle nostre scuole, e sostituito negli ultimi 7 anni, da un approccio
“sintomatico”, che vede l’errore come espressione di disfunzioni imputabili al sistema
nervoso centrale. “Siamo passati da un criterio che classifica la colpa a un
criterio che classifica la malattia”.
Nell’ottica del superamento di entrambi questi
modelli, il primo che colpevolizza il bambino e il secondo che lo medicalizza,
la Lucangeli afferma con vigore che l’errore non è né una colpa, né un sintomo,
ma “l’informatore di dove c’è bisogno di
me e del mio campo di strategia, perché il bambino ce la faccia” a superare
l’errore. L’insegnante così diventa alleato del bambino e non dell’errore.
Il Musical “Hairspray” messo in scena dai
ragazzi de La Bottega d’Europa sul tema dell’inclusione, ha dato forma concreta
all’idea di teatro come opportunità di apprendimento dell’inglese. Ma non solo.
Ha permesso di toccare con mano, un’esperienza festosa, gioiosa, dove i ragazzi
possono respirare cultura altra, assieme alla lingua. Un teatro “del fare” dove
il risultato finale è il frutto del lavoro di molte professionalità, dove gli
insegnati di oggi sono i bambini di ieri. E tutti, hanno davvero un cuore in
ascolto!
Maria Serena Cavalieri
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