sabato 19 aprile 2014

Il XXXI Congresso Nazionale C.N.I.S.: due giornate davvero difficili da dimenticare


L’11 e il 12 aprile 2014 saranno date davvero difficili da dimenticare, per i numerosi partecipanti al XXXI Congresso Nazionale del C.N.I.S (Associazione per il Coordinamento Nazionale degli Insegnanti Specializzati e la ricerca sulle situazioni di handicap), che si è svolto a Roma, per la prima volta, presso l’Università Pontificia Salesiana, come ha ricordato, nel suo saluto iniziale, il vicerettore prof. Paolo Mantovani.
Con il suo intervento, il prof. Mantovani, ha invitato la platea a riflettere sul concetto di universitas, esprimendo grande fiducia in eventi come quelli organizzati dal C.N.I.S. perché vedono la concreta possibilità di convergenza tra discipline distinte, “con l’apporto di ciascuno”, proprio perché il dialogo produce qualcosa di nuovo “che poi ricade sulla capacità di ciascuna disciplina di approfondire le tematiche da un punto di vista specifico”.
Due giornate che hanno visto il saluto del Ministro Giannini, portato dal senatore Giacchero, che si occupa di istruzione al Senato, il quale ha parlato dell’importanza di portare i cittadini alla politica, cercando di “trasformare in prassi consolidate quello che di meglio viene prodotto dalla società”. Tutto questo si realizza in un’ottica di condivisione e di partecipazione, perché camminando da soli si va sicuramente più veloci, come ha sottolineato simpaticamente il senatore, ma solo camminando insieme si va più lontano.
L’attenzione del mondo politico, nei confronti del ruolo e dell’importanza dell’istruzione, è emersa anche dalla lettera inviata alla prof.ssa Daniela Lucangeli, dal sottosegretario di Stato del Ministero dell’Istruzione Roberto Reggi, che ha sottolineato l’importanza delle varie professionalità presenti nel mondo della scuola, definite come un “terreno fertile”, per contribuire al “successo formativo dei nostri ragazzi”.
“In questa ottica” – ha proseguito – la formazione e l’aggiornamento del corpo docente sono la spina dorsale delle attività che vanno messe in campo perché la scuola risponda in modo puntale alle sollecitazioni che la modernizzazione impone”. La specializzazione del corpo insegnante, definita come un’autentica “stella polare”, è indispensabile perché vengano “assicurati gli stessi diritti a ciascun alunno”.
Due giornate, quelle del C.N.I.S, iniziate anche con il saluto del Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, Maria Maddalena Novelli, che ha portato l’esperienza della sua regione, in tema di disabilità in ambito scolastico, sottolineando l’importanza di linee guida da parte del Ministero della Sanità e del ruolo dei docenti specializzati, perché “le differenze non si trasformino mai in disuguaglianza”.
Il consigliere dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, la dott.ssa Anna La Prova, ex-alunna dell’Università Pontificia Salesiana, ha poi portato la sua esperienza all’assemblea, in quanto dal 1998 si occupa di scuola. Negli anni, come lei stessa ha evidenziato, ha visto aumentare la fatica da parte degli insegnanti, perché “educare è diventato più difficile”, proprio come dice il tema centrale del convegno. E questo perché “i bisogni educativi sono sempre più sfaccettati” in quanto “tutti, nel ruolo di discenti, abbiamo dei bisogni educativi personali, tutti abbiamo diritto a un’attenzione personale”.
Eppure la difficoltà, continua la dott.ssa La Prova, può essere vista come una sfida dagli insegnanti, “che sono disposti a fare anche il doppio della fatica, nel momento in cui intravedono che sono supportati”. Inoltre esistono delle realtà associative, preziose sul nostro territorio, come quella del C.N.I.S., che si adoperano proprio in questo senso, dando supporto ai docenti, “diffondendo le buone prassi” e rispondendo a bisogni sempre più complessi. La sfida dell’inclusione, quindi, non è esclusiva degli insegnanti di sostegno, ma è uno stimolo per tutti i docenti.
Due giornate che resteranno impresse nella memoria, grazie al presidente del C.N.I.S. Nazionale prof.ssa Daniela Lucangeli, autentico fulcro del convegno, sempre presente con estrema competenza e simpatia in tutti i momenti operativi dell’incontro.
Un momento di incontro tra ricerca e didattica, quello proposto all’Università Pontificia Salesiana, caratterizzato dalla migliore delle organizzazioni possibili e dall’estrema attenzione per il dettaglio. Tutto a cura della prof.ssa Caterina Cangià, che si è fatta promotrice dell’evento da lei stessa definito quasi come uno spettacolo, “nel senso che dietro a tutte le persone presenti ci sono centinaia di migliaia di bambini e di ragazzi, gente che verrà formata”.
Due giornate che hanno lasciato il segno, per il sottotitolo del tema conduttore, “Nuovi saperi per alunni dei nuovi tempi”, approfondito nelle lezioni magistrali, protagoniste del primo giorno di convegno: la prima di queste, tenuta dal prof. Della Sala, neuroscienziato e docente presso l’Università di Edimburgo, ha avuto come argomento principale “L’illusione del cervello”.
Il prof. Della Sala ha parlato, attraverso esempi pratici ed esaustivi, di neuroscienze nella scuola, attraverso la metafora “del buono, del brutto e del cattivo”, intendendo così definire ciò che di buono e di cattivo ci offrono le neuroscienze e soprattutto le “cose tremende, cioè le ipersemplificazioni che noi prendiamo dalle neuroscienze e cerchiamo di tradurre in attività pratiche”. Quest’ultimo argomento, è stato il tema principale della lezione che ha visto grandissima partecipazione e interesse da parte di tutta l’assemblea.
La seconda relazione, dal titolo “Promuovere attraverso le tecniche espressive e le tecnologie digitali” è stata tenuta dalla prof.ssa Caterina Cangià, docente presso l’Università Salesiana di Roma e dirigente della casa editrice Multidea. Dalle sue parole, emerge l’importanza delle tecniche espressive, dell’interazione personale, dell’attività manuale con il coinvolgimento del corpo, da unire all’uso delle tecnologie digitali.
L’argomento viene “messo in scena” quasi come uno spettacolo teatrale. E proprio di teatro si parlerà molto, in questa riflessione sull’apprendimento delle lingue altre, perché esso rappresenta la massima delle tecniche espressive, da sperimentare anche in situazioni di bambini che mostrano difficoltà di apprendimento e che si trovano di fronte allo studio della lingua altra.
“Immaginiamo già le sfide che si incontrano nell’apprendere a leggere e scrivere nella propria lingua, difficoltà che si amplificano quando si ha a che fare con una lingua che non conosciamo. Queste difficoltà sono ancora sotto studio”. Una didattica dell’apprendimento delle lingue fatta attraverso le tecniche espressive, è sempre basata sul fare e sull’agire”, perché tutto questo dà molto spazio ai bisogni di ogni bambino.
 “Nel teatro – continua la prof.ssa Cangià – c’è tantissima lingua ed è una lingua concreta, dove le battute non sono fatte di descrizione ma sono cose reali”. Il teatro ci consente un’autentica immersione nella cultura altra, proprio come accade a La Bottega d’Europa dal lontano 1983. In questo contesto, si studia, si fa ricerca e ci si specializza, anche sul fronte di contesti educativi e delle difficoltà di apprendimento.
E questo perché “Il teatro è arte, magia, immersione, realizzazione di sé”. Rafforza l’autostima e cattura tutti. E’ occasione di festa e crescita continua. Fare teatro con bambini dislessici – sottolinea la prof.ssa Cangià – “è una ricompensa infinita”. Infine, citando Salomone, conclude chiedendo per tutti gli insegnanti “un cuore in ascolto”, essenziale per chi si occupa di bambini con disturbi specifici di apprendimento.
Il terzo intervento, a cura del prof. Renzo Vianello, docente presso l’Università di Padova e presidente onorario del C.N.I.S., è stato dedicato ai “BES: potenziali di apprendimento negli allievi con funzionamento intellettivo limite”. E’ stata una grande occasione di riflessione sul ruolo dei test e dell’osservazione clinica, nella rilevazione del QI e in relazione al concetto stesso di intelligenza, definito come un processo “che sale e cresce a seconda delle esperienze che abbiamo”. L’assemblea del direttivo C.N.I.S. e l’assemblea dei soci hanno concluso questa prima giornata di lavori.
L’intervento di Raffaele Ciambrone, Dirigente presso la Direzione generale per lo studente, l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione del Dipartimento per l’Istruzione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha inaugurato la giornata di sabato 12 aprile, facendo  il punto della situazione sul cammino dell’inclusione nella scuola italiana, a partire dalla tappa storica della legge 118.
I simposi e le sessioni parallele, sono stati occasione, per ogni docente presente, di dialogo e confronto sul tema della propria esperienza. Occasione di condivisione tra colleghi e di scambio di informazioni. In questi contesti, si è parlato dell’esperienza dei centri convenzionati con Polo Apprendimento, della situazione della prima infanzia e contesto educativo, di etica e sport nei nuovi percorsi educativi. Le sessioni parallele, hanno, inoltre, dato ampio risalto alle difficoltà in matematica.
La tavola rotonda, sul tema Prevenire per promuovere è stata coordinata da Michele Pellerey, docente presso l’università Salesiana di Roma, e ha visto, tra gli altri, la partecipazione di Zbigniew Formella, Direttore dell’Istituto di Psicologia all’Università Salesiana di Roma. Tutto questo, è stato vissuto in un clima di convivialità e partecipazione, con il coinvolgimento attento di tutta l’assemblea dei partecipanti.
Infine, non possiamo non menzionare la lezione magistrale della prof.ssa Lucangeli, “L’errore non è un sintomo”, e il Musical sull’inclusione, “Hairspray” a La Bottega d’Europa.  Sono stati i due momenti conclusivi di queste giornate romane del congresso, e hanno anch’essi contribuito con forza a rendere questa esperienza davvero indimenticabile.
L’intervento della prof.ssa Daniela Lucangeli, ha avuto inizio dalla domanda “che cos’è l’errore?”, arrivando così a definire un primo modello concettuale dell’errore stesso, quello di “colpa”, diffuso per decenni nelle nostre scuole, e sostituito negli ultimi 7 anni, da un approccio “sintomatico”, che vede l’errore come espressione di disfunzioni imputabili al sistema nervoso centrale. “Siamo passati da un criterio che classifica la colpa a un criterio che classifica la malattia”.
Nell’ottica del superamento di entrambi questi modelli, il primo che colpevolizza il bambino e il secondo che lo medicalizza, la Lucangeli afferma con vigore che l’errore non è né una colpa, né un sintomo, ma  “l’informatore di dove c’è bisogno di me e del mio campo di strategia, perché il bambino ce la faccia” a superare l’errore. L’insegnante così diventa alleato del bambino e non dell’errore.
Il Musical “Hairspray” messo in scena dai ragazzi de La Bottega d’Europa sul tema dell’inclusione, ha dato forma concreta all’idea di teatro come opportunità di apprendimento dell’inglese. Ma non solo. Ha permesso di toccare con mano, un’esperienza festosa, gioiosa, dove i ragazzi possono respirare cultura altra, assieme alla lingua. Un teatro “del fare” dove il risultato finale è il frutto del lavoro di molte professionalità, dove gli insegnati di oggi sono i bambini di ieri. E tutti, hanno davvero un cuore in ascolto!

Maria Serena Cavalieri



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